mercoledì 2 marzo 2011

1861-2011

 

 

 

Premessa, avevo preparato un post leggero, autoironico, basato su aspetti del quotidiano, ma leggere l’ennesima porcata targata lega e che tratta il tema Unità d’Italia mi ha spinta a cambiare pagina, a questo punto vorrei sapere se, chi vota lega ha il cervello di bossi padre se adulto o se ha il cervello di bossi figlio se giovane.

 

In entrambi i casi...i leghisti farebbero bene a incrociare le dita e fare riti scaramantici, sono messi, non male, sono alla canna del gas.

 

Al governatore della Regione Sicilia auspico un pronto declino per il comportamento avuto oggi in parlamento, sarà utilitaristico, ma offende la storia della mia terra e questo per me è un insulto a tutta la Sicilia.

 

Ho seguito la diatriba che hanno innescato alcuni esponenti della lega sul 17 marzo 2011.

 

Mi hanno divertita le ragioni addotte a non farne un evento, le hanno esposte tutte tranne quella vera.

 

Da 20 anni parlano di secessione e ora sono obbligati a festeggiare la cosa che più odiano, l’Unità d’Italia.

 

Si sono placati, hanno “svenduto” mezzo credo (la secessione, l’altro mezzo è il federalismo fiscale) in cambio di una festa da inventare, tutta padana, insomma, un falso storico da costruire e festeggiare che farà il paio con il falso storico che da 150 anni si racconta nei libri di storia.

 

Sul tema avevo già scritto lo scorso anno

 

http://a100milionidiannilucedallaterra.myblog.it/archive/2010/05/05/150-anni-di-bronte.html

 

la mia sicilianità trasuda ogni volta che parlo della mia terra, ne sono orgogliosa della mia appartenenza e chi mi conosce de visus, si chiede come diavolo faccio a parlare il dialetto Siciliano meglio di un nativo dell’isola che non si è mai mosso dalla stessa e un Italiano asettico, privo di inflessioni che diano indicazioni della provenienza.

 

Della mia terra conosco le origini fin dal suo emergere, isola Ferdinandea compresa.

 

A Gibilmanna ho provato il brivido per l’arte e a Kamarina mi sono invaghita dell’archeologia al punto che, da adulta l’ho inserita nel mio piano di studi di lettere, è una storia satura di sapere, di promiscuità etniche, di mitologia legata alla Magna Grecia e su, su, fino al tempo in cui si ipotizza che l’uomo sia arrivato da un’altra galassia, insomma, amo la mia terra, dico sempre che la Sicilia è la mia carne.

 

La sua storia è ricca di contraddizioni, di splendori e miserie, di Dionisio tiranno di Siracusa, di Federico II “lo stupor mundis” di Peppino Impastato, di Falcone, Borsellino, Sciascia, Camilleri, Franca Viola e del loro contrario come Dell’Utri & C.

 

Quello che mi irrita come una foglia di ortica sul corpo è la disonestà intellettuale che continua da 150 anni, un lasso di tempo bastante a mettere in chiaro una volta per tutte le vere ragioni, non fu Unità, fu annessione violenta.

 

Mi sono imbattuta nel libro “TERRONI”, non è leggero, salta dal passato al presente con appunti di esperienze personali, ma mette in luce una pagina di storia che “i padani” farebbero meglio a comprendere (sempre che ne abbiano la capacità mentale) o il rischio è che si arrivi al punto di non ritorno.

 

Ne stralcio una piccola parte del primo capitolo.

 

TERRONI” di Pino Aprile

Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero  "meridionali"

Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni.

E cancellarono per sempre molti paesi, in operazioni "anti-terrorismo", come i marines in Iraq.

Non sapevo che, nelle rappresaglie, si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali, come nei Balcani, durante il conflitto etnico; o come i marocchini delle truppe francesi, in Ciociaria,  nell'invasione, da Sud, per redimere l'Italia dal fascismo (ogni volta che viene liberato, il Mezzogiorno ci rimette qualcosa).

Ignoravo che, in nome dell'Unità nazionale, i fratelli d'Italia ebbero pure diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi a Roma.

E che praticarono la tortura, come i marines ad Abu Ghraib, i francesi inAlgeria, Pinochet in Cile.

Non sapevo che in Parlamento, a Torino, un deputato ex garibaldino paragonò la ferocia e le stragi piemontesi al Sud a quelle di «Tamerlano, Gengis Khan e Attila». Un altro preferì tacere «rivelazioni di cui l'Europa potrebbe inorridire».

E Garibaldi parlò di «cose da cloaca».

Né che si incarcerarono i meridionali senza accusa, senza processo e senza condanna, come è accaduto con gl'islamici a Guantànamo. Lì qualche centinaio, terroristi per definizione, perché musulmani; da noi centinaia di migliaia, briganti per definizione, perché meridionali. E, se bambini, briganti precoci; se donne, brigantesse o mogli, fi glie, di briganti; o consanguinei di briganti (sino al terzo grado di parentela); o persino solo paesani o sospetti tali. Tutto a norma di legge, si capisce, come in Sudafrica, con l'apartheid.

Io credevo che i briganti fossero proprio briganti, non anche ex soldati borbonici e patrioti alla guerriglia per difendere il proprio paese invaso.

Non sapevo che il paesaggio del Sud divenne come quello del Kosovo, con fucilazioni in massa, fosse comuni, paesi che bruciavano sulle colline e colonne di decine di migliaia di profughi in marcia.

Non volevo credere che i primi campi di concentramento e sterminio in Europa li istituirono gli italiani del Nord, per tormentare e farvi morire gli italiani del Sud, a migliaia, forse decine di migliaia (non si sa, perché li squagliavano nella calce), come nell'Unione Sovietica di Stalin.

Ignoravo che il ministero degli Esteri dell'Italia unita cercò per anni «una landa desolata», fra Patagonia, Borneo e altri sperduti lidi, per deportarvi i meridionali e annientarli lontano da occhi indiscreti.

Né sapevo che i fratelli d'Italia arrivati dal Nord svuotarono le ricche banche meridionali, regge, musei, case private (rubando persino le posate), per pagare i debiti del Piemonte e costituire immensi patrimoni privati.

E mai avrei immaginato che i Mille fossero quasi tutti avanzi di galera.

Non sapevo che, a Italia così unificata, imposero una tassa aggiuntiva ai meridionali, per pagare le spese della guerra di conquista del Sud, fatta senza nemmeno dichiararla.

Ignoravo che l'occupazione del Regno delle Due Sicilie fosse stata decisa, progettata, protetta da Inghilterra e Francia, e parzialmente finanziata dalla massoneria (detto da Garibaldi, sino al gran maestro Armando Corona, nel 1988). Né sapevo che il Regno delle Due Sicilie fosse, fino al momento dell'aggressione, uno dei paesi più industrializzati del mondo (terzo, dopo Inghilterra e Francia, prima di essere invaso).

 

Sto leggendolo e sono arrivata alla odiena Gaeta che ha spazzato via la precedente toponomastica fatta di corso garibaldi, via vittorio emanuele, via nino bixio...sostituendole con i nomi di chi sotto i bombardamenti dal mare è rimasto vittima dei Piemontesi.

 

La odierna Gaeta ha preso in esame una class action contro i discendenti di casa Savoia e richiedere il risarcimento dei danni ... magari è la volta buona che ci leviamo dalle scatole padre e figlio, sarebbe un buon motivo per festeggiare il 150° anniversario di questa nostra Italia martoriata da campanilismi, ignoranza della storia e caimani al potere.

 

Quelli che noi chiamiamo MALARAZZA.