martedì 15 novembre 2011

LA LUNA E’ TRAMONTATA

 

Di John Steinbeck è  il romanzo che ho amato in maniera carnale e che mi ha fatto andare a caccia di tutte le sue opere.

 

Stralcio la parte finale, dopo che il Sindaco Orden dice alla moglie:

 

“loro possono uccidere un uomo, non il sindaco, un altro uomo indosserà la carica, il Sindaco non morirà mai”

 

Subito dopo uno degli invasori in preda alla paranoia esclama

 

“Forse il Capo è pazzo. Le mosche conquistano la carta moschicida. Le mosche occupano duecento miglia di nuova carta moschicida!”

 

Conversano il sindaco e il dottor Winter pacatamente, per tenere lontana la paura e la tentazione di cedere ad avvilenti patteggiamenti con il nemico, ricordando le parole dei grandi:

 

“Ti rammenti a scuola, dell’Apologia? Ricordi quando Socrate dice: “Qualcuno dirà: “Non ti vergogni, Socrate, del corso di una vita ch’è suscettibile di portarti ad una fine prematura?”.

A lui potrò giustamente rispondere:

“Ti sbagli: un uomo che sia veramente giusto non deve calcolare le probabilità di vivere o di morire; deve solo considerare se quello che fa è giusto o non lo è”.

 

Gironzolo in rete, leggo giornali, spulcio notizie e ascolto distrattamente i TG, poi mi soffermo sulle dichiarazioni di questo o quel soggetto politico e mi dico che nessuno di loro deve aver mai letto Steinbeck.

 

Poi faccio un giro ampio per la rete, mi ritiro in buon ordine, non ho voglia di polemizzare, le formazioni difendono gli interessi di bottega, o meglio, la paura di fare qualcosa di poco populistico li porta a chiedere elezioni subito, scordandosi che sono stati firmatari di una raccolta firme per cambiare l’attuale legge elettorale.

 

A costo di sembrare ermetica, ho pensato al mio corregionale premio nobel per la letteratura nel 1959 e a una composizione che solo apparentemente sembra criptata.

 

Ia popolazione di questo paese somiglia moltissimo a UOMO DEL MIO TEMPO di Salvatore Quasimodo.

 

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

 

E mi viene da contestare anche Eraclito con il suo Panta rhei os potamòs, tutto scorre come un fiume, a meno che, alla foce del fiume non sia stata costruita una gigantesca diga, coperta da carta moschicida, che impedisce lo scorrere del fiume e permette alle mosche dei vari capi e capetti di conquistarsi la carta moschicida dove meditare mentre si estinguono, se valeva la pena seguire il capo e divulgare il suo credo, ignorando che fuori dalle chiese di ogni genere c’è la passione, la ragione e l’uomo comune.

 

Non so chi lo ha detto, ma c’è un limite oltre il quale la sopportazione cessa di essere una virtù.

 

Ho smesso di essere virtuosa molto tempo fa, o forse ho solo creduto di esserlo, non è importante verificarlo, per me è importante poter continuare a usare la mia testa e le mie analisi, giuste o sbagliate che siano, non devo fare i conti con i dogmi politici o religiosi che obbligano alla paresi mentale per evitare l’abiura o la scomunica come toccò a Pasolini.

 

Devo dire grazie a due Uomini con la U maiuscola

 

Grazie Presidente Napolitano per l’atto di cinica intelligenza dell’8 novembre al quale ha fatto seguire il giorno dopo la nomina del Professor Mario Monti a senatore a vita.

 

Grazie Senatore Mario Monti per aver accettato l’incarico, ma grazie per aver risposto con la flemma che la distingue che Lei non si sarebbe prestato a essere l’esecutore a tempo delle volontà dei lanzichenecchi, che non era l’uomo del “da qui a la”.

 

Mi auguro da domani di poter dire e scrivere il Presidente del Consiglio Mario Monti politicamente non la pensa come me, ma sono orgogliosa di essere rappresentata da Lui, finalmente un Uomo e una mente pensante, ci mancava da un ventennio.

 

Ora se permettete faccio un bagno nella mia musica.