sabato 2 febbraio 2013

CERVELLI DISCONNESSI

 

Gabriel Garcìa Marquez, nel suo romanzo più famoso, Cent’anni di solitudine, per descrivere “la capacità” di un personaggio, mette in bocca a un altro personaggio il seguente stringato giudizio:

 

quella?...lascia perdere, confonde il cazzo con l’equinozio

 

Da una settimana penso che la nostra classe politica “a sua insaputa”, fa la stessa confusione.

 

Confonde la rissa da taverna portuale con il dibattito politico.

 

Mai assistito a spettacoli penosi dove l’oggetto del contendere non è l’onere e l’onore di rappresentare una intera Popolazione, per loro, l’oggetto del contendere è la poltrona remunerativa e scordano che per il 60% dei cittadini, quello che loro percepiscono in un mese, lo percepiscono in un anno, con la differenza che i cittadini pagano l’irpef e loro no.

 

Ho spento Santoro, ho scritto la ragione, martedì non seguirò Ballarò, medesima ragione, Floris mi ha irritata con l’intervista in “solitario” del professore, anche in questo ha mostrato di avere un alta opinione di se e zero rispetto per l’avversario politico...insomma, spocchia docet, ha lo stile dell’allenatore dei bianconeri...e ho detto tutto.

 

Hanno i cervelli spenti, continuano a confondere

 

mettersi al servizio dei cittadini

 

con

 

mettere i cittadini in stato di asservimento

cervello_spento.jpg

Se non ci avessero scippati del referendum sulla riforma della legge elettorale, oggi non farebbero passerella da uno studio televisivo all’altro, sarebbero tra la gente comune ad ascoltare e farsi carico dei problemi reali, hanno creato la linea Marginot che li fa sentire sicuri e al sicuro.

 

Si sono disconnessi dagli Italiani, continuano a vanagloriarsi di aver salvato l’Italia, scordano di evidenziare che l’Italia non è una res nullius, appartiene a noi Italiani e non a loro che mostrano di aver portato i cervelli all’ammasso.

images.jpg

Purtroppo, di loro emuli tra gli elettori c’è abbondanza.

 

PS

Aggiornamento delle 23:00

 aldo il monticiano nel suo commento ha lasciato questo sonetto, ho seri dubbi che sia del Belli, la terminologia è troppo moderna per appartenere al 1800, ma vista l’attinenza con l’attualità socio/economica/politica, trovo giusto inserirlo nel post, calza a pennello.

Mentre ch'er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazioni
mentre che so' finiti li mijioni
pe' turà un deficit de la Madonna
Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e l'atenei nun c'hanno più quatrini
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cerca' li mezzi
Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni so' sempre ppiù basse
Una luce s'è accesa nella notte
Dormi tranquillo popolo itajiano
A noi ce sarveranno le mignotte.

Grazie Aldo ;-))